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Lamborghini: un nome, uno stile, una leggenda.

Ferruccio Lamborghini è sicuramente conosciuto da tutti per i capolavori automobilistici prodotti, ma non tutti conoscono la sua storia e le grandi imprese che hanno caratterizzato la sua vita piena di successi.

Un imprenditore di successo, estremamente ambizioso capace di portare un'importante innovazione in un'Italia messa in ginocchio dalla seconda guerra mondiale.

Ferruccio Lamborghini

Un uomo, un sogno.


Ferruccio Lamborghini nasce a Renazzo in provincia di Ferrara sotto il segno del toro, simbolo che caratterizzerà la sua storia, da una famiglia di piccoli agricoltori.

Ferruccio è un ragazzo sveglio e ambizioso con la passione per la meccanica, tanto da trasformare una delle stalle del padre in una piccola officina nella quale passava intere giornate a montare, smontare e modificare oggetti ad uso domestico ed agrario.

Dopo essersi diplomato all’istituto professionale ‘Fratelli Taddia’ a Cento riuscì a farsi assumere dalla più importante officina di Bologna che in que momento si occupava della revisione dei mezzi dell’esercito.

All’eta di 18 anni Ferruccio decise di abbandonare il lavoro decidendo di aprire, insieme ad un amico, un’officina sua dove cominciò a sperimentare e creare. 

Il periodo di sperimentazione durò poco a causa della seconda guerra mondiale che stravolse la vita di Ferruccio portando importanti cambiamenti tra cui l’arrivo di un figlio e la sfortunata morte della compagnia Clelia.

Ferruccio è sempre stato un uomo visionario, nel dopoguerra ebbe l’intuizione di “meccanizzare” l’agricoltura quindi, nel 1948, fondò Lamborghini trattori che, grazie alla qualità e alla durata dei veicoli, riscosse un enorme successo permettendo a Lamborghini di farsi conoscere in tutto il mondo.

Successivamente decise di fondare  Lamborghini bruciatori e condizionatori imponendosi sul mercato grazie all’ottimo rapporto qualità prezzo.

La sua incredibile determinazione e voglia di innovazione lo spinse persino alla creazione di un prototipo di elicottero (tutt’oggi conservato all’interno del museo Lamborghini).

"Voglia di fare, grandi sogni e altrettanti obbiettivi.. questo il segreto di Ferruccio, questo lo spirito Lamborghini."

Nei primi anni 60’ Ferruccio coronò il suo sogno riuscendo ad acquistare un Ferrari 250GT che però lo lasciò molto deluso. Decise quindi di andare a parlare direttamente con Enzo Ferrari  il quale gli disse le famose parole: «Cosa vuol sapere lei di auto che guida trattori?»


In quell’esatto momento Ferruccio, da persona ambiziosa quale era, decise che avrebbe prodotto la migliore auto sportiva di sempre, andando incontro ad uno scetticismo generale da parte di coloro che gli erano vicino.

"Cosa vuol sapere lei di auto che guida trattori?"

Nei primi mesi del 1963 Ferruccio diede vita alla società Automobili Lamborghini, e nell’autunno dello stesso anno presentò al salone di Torino e al salone di Ginevra il suo capolavoro, la Lamborghini 350GTV 12 cilindri.

Gli anni successivi furono leggendari e grazie ad importantissime collaborazioni con personaggi del calibro di Dallara e Bertone la casa automobilistica bolognese creò modelli storici come l’incredibile Miura o l’Espada.

"Ferruccio Lamborghini, un uomo speciale con qualcosa in più.. come le sue auto, come i suoi vini."

La fine degli anni Sessanta rappresenta un momento buio per l’italia a causa della crisi economica in corso che colpì anche Lamborghini trattori. Ferruccio fu costretto a vendere i suoi stabilimenti alla FIAT mantenendo però il marchio riuscendo a trovare liquidità ricominciare a dare vita ad automobili uniche.

Questo periodo, però, fu di breve durata in quanto nel 1972 cedette il 51% di quote del pacchetto azionario Lamborghini e successivamente vendette la totalità di trattori Lamborghini.

Ferruccio si ritirò sul Lago Trasimeno dove si dedicò a tempo pieno alla crescita  e allo sviluppo  della sua Tenuta , trasformandola in un'azienda agricola.

Morì il 20 Febbraio 1993 all'eta di 73 anni trasportato da un vecchio carro agricolo trainato da un suo trattore verso il cimitero dove erano parcheggiate alcune delle sue migliori auto in attesa di un ultimo saluto.

Fonte immagine: www.lamborghiniwine.it

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